Il 20 Maggio 2020 si celebra la Giornata Mondiale delle Api. Una giornata che tende a sensibilizzare sul rischio estinzione di una delle specie animali più importanti del nostro ecosistema; infatti negli ultimi cinque anni, nel mondo sono scomparsi 10 milioni di alveari. Quasi 2milioni l’anno e 200mila solo in Italia.
A rischio c’è la loro sopravvivenza, ma anche la sicurezza alimentare globale, perché dal loro ruolo di impollinatori dipende il 70% della produzione agricola mondiale, quindi del cibo che portiamo a tavola.
Oggi un’azione concreta è firmare la petizione: una proposta di direttiva europea di iniziativa popolare “Save Bees and Farmers! Verso un’agricoltura favorevole alle api per un ambiente sano” sostenuta da Legambiente, Lipu, Medici per l’ambiente e Wwf.
Ma cosa può fare un olivicolture per preservare le api?
L’ulivo seppur è una pianta non mellifera – non produce miele – e non necessita delle api nella fase di impollinazione può essere una coltura chiave nella salvaguardia delle api, specie nelle Regioni come in Puglia dove ci sono grandi superficie destinate alla sua produzione.
Innanzitutto l’agricoltura biologica vietando l’utilizzo di pesticidi, insetticidi e diserbanti – che uccidono la popolazione delle api, altamente sensibili ad un’agricoltura di sintesi e intensiva – è il primo passo per la loro salvaguardia ma il vero punto di forza è la gestione del suolo.
Da anni la vegetazione spontanea nei nostri campi e le siepi naturali del Torrente Locone, ricco di acacie, sono la casa e la protezione per questi insetti utili non tanto ai nostra ulivi ma al nostro ecosistema e biodiversità.
Passeggiare tra i nostri campi in Aprile è un tripudio di colori e erbe spontanea: margherite, papaveri, tarassaco, malva, calendula e altri fiori spontanei (melliferi e polliniferi) servono nel loro periodo di fioritura alla sopravvivenza delle api e del nostro ecosistema. Subito dopo la fioritura il tutto viene trinciato in tempi diversi e a fasce alterne per mantenere sempre delle zone di protezione per gli insetti.
Questa pratica colturale, chiamata “Inerbimento Controllato”, è fondamentale per migliorare lo stato di equilibrio tra specie vegetali e animali – tra cui le api – in campo e ha benefici soprattutto agronomici, quali:
- migliora la fertilità del suolo in quanto la sostanza organica ritorna al terreno e diventa substrato umico;
- migliora la struttura del terreno poiché le radici rompono il profilo creando canali di areazione e traspirazione e sono riserve di acqua e nutrienti;
- evita la traspirazione dell’acqua, preservando le riserve idriche, e l’erosione del suolo.
“E ora domandatevi in cuor vostro: ‘Come distingueremo ciò che è buono da ciò che è male nel piacere?’
Andate nei campi e nei vostri giardini, e vedrete che il piacere dell’ape è raccogliere miele dal fiore.
Ma è anche piacere del fiore concedere all’ape il suo miele.
Perché un fiore per l’ape è la fonte di vita. E un’ape per il fiore è un messaggero d’Amore.
E per entrambi, per l’ape e per il fiore, darsi e ricevere piacere è insieme ebbrezza e bisogno.”
Con questa celebre frase di Khalil Gibran noi vi domandiamo:
«In cuor vostro cosa preferite? Un olio proveniente da campi diserbati e privi di vita o un olio che viene da campi che danno vita e proteggono il nostro ecosistema?”»
Salviamo le api!!